“Spiritualità & Perversione: Monk/Lacy”

T. Monk: “Steve, ascoltami! Ti ho chiamato non per suonare quelle stronzate: suona la melodia! Batti il piede e cantati la melodia in testa, oppure suona il ritmo della melodia e lascia perdere i cosiddetti cambi d’accordo […] e poi non seguire me, sono io che accompagno te! […] Steve, devi capire l’importanza del discernimento e anche il valore di quello che non suoni: una nota può essere grande come una montagna o sottile come uno spillo…dipende tutto dalla fantasia che hai…e poi fai sempre fare bella figura al batterista!”

Il vero atto creativo necessita e genera una naturale predisposizione al diverso, una tormentata e quasi deviata, per-versa ricerca di altro intorno a sé e il conseguente rifiuto di dogmi e ortodossie. Ciò implica l’incomprensione altrui, un altrui spesso agiato ed impigrito nella confortevole emulazione del già dato, già detto. L’artista - anzi il genio - dal canto suo, è spesso indifeso, solo e sofferente difronte l’incomprensione subita, per la quale l’unica via di salvezza sembra essere la ricerca di un legame profondo con l’Universo cui farebbe da tramite solo la Spiritualità.

Perversione & Spiritualità, sono dunque le due dimensioni generative (forse complementari) e sublimanti la musica di geni musicali quali Thelonious Monk e Steve Lacy. Sarà proprio questa l’intenzione del Workshop, quella cioè di ‘attraversare’ alcune tra le loro composizioni più caratteristiche accentuando ulteriormente questi due elementi – purtroppo oggi in via d’estinzione – nell’idea di un necessario recupero dell’esperienza, considerata utile per la ridefinizione dell’artista.

E poi come diceva Lacy: “la musica di Monk è troppo bella per ignorarla!”

Programma Musicale:

• T. Monk: Let’s Cool One; In Walked Bud; Ask Me Now.
• S. Lacy: No Baby; Art; Volando Via;

Stefano Luigi Mangia